LA MEDICINA MANUALE: perché medicina

La medicina manuale è una disciplina medica, i cui obiettivi sono la diagnosi, il trattamento e la prevenzione dei cosiddetti disturbi funzionali reversibili dell’apparato locomotore.

La tappa diagnostica comprende l’esecuzione obbligatoria di due diagnosi:

  • una diagnosi medica convenzionale, a fine eziologico, che include anamnesi, esami clinici e paraclinici /biologici, radiografici, RMN, ecc.)
  • una diagnosi palpatoria specifica, esclusivamente manuale, a fine topografico.

La tappa terapeutica include:

  • trattamenti medici convenzionali, quali farmaci, infiltrazioni, ecc.
  • trattamenti manuali specifici, quali il trattamento dei tessuti molli, le manipolazioni vertebrali propriamente dette, ecc.

La prevenzione delle recidive è strettamente dipendente dalle conclusioni diagnostiche.

Le manipolazioni sono manovre ortopediche precise, mobilizzazioni al limite estremo del movimento passivo di un’articolazione. Sono state proposte ed utilizzate in campo terapeutico dalla seconda metà dell’Ottocento, dalle scuole osteopatiche e chiropratiche americane e diffuse anche in Europa, spesso in maniera non codificata e su basi e per scopi talvolta fantasiosi, ma anche in grado di stimolare l’attenzione dei medici per i risultati positivi ottenibili. Dobbiamo al prof. Maigne ed ai suoi allievi dell’Hotel-Dieu di Parigi, l’utilizzazione delle manovre manipolative per scopi antalgici, dopo una lunga disamina clinica e sperimentale dei meccanismi che regolano la genesi del dolore di origine vertebrale.

Tra i molti contributi fisiopatologici, diagnostici e clinici apportati dalla scuola del prof. Maigne, la “Regola del non dolore e del movimento contrario” è, da noi allievi, considerata la Regola d’Oro per ottenere il massimo risultato possibile dalla terapia manipolativa nei dolori di origine vertebrale. Si tratta di un contributi di originale basato sul concetto che, per liberare in modo meccanico e riflesso il nervo spinale dalla compressione determinata dalla contrattura antalgica della muscolatura intervertebrale omolaterale, si debba indurre un potente riflesso inibitore della contrattura stessa mediante l’attivazione massiva dei recettori periarticolari controlaterali che scaturisce dalla manipolazione vertebrale.

Il movimento breve e forzato dell’impulso manipolativo determina una scarica afferente ad alta frequenza che sarebbe in grado di riprogrammare i centri midollari dei riflessi miotatici ( non controllabili dalla volontà del paziente per l’esiguità dalle vie extrapiramidali) che regolano il tono della muscolatura inter- e para- vertebrale. Questa teoria, suffragata dalle osservazioni cliniche, ha delle applicazioni pratiche codificate in base alle risultanze dell’esame vertebrale statico e dinamico e dell’esame segmentario di Maigne: semeiotica manuale semplice, precisa, inequivocabile e perfettamente ripetibile (quindi non operatore-dipendente), che permette di evidenziare la Disfunzione Dolorosa Intervertebrale Meccanica (DDIM) che è la sede di origine del dolore. Queste manovre semeiologiche permettono di costruire il pratico “schema a stella”: si evidenziano così con precisione le direzioni in cui poter imprimere l’unico movimento manipolativo utile possibile. Se l’atto manipolativo è ben condotto e preciso, si assisterà alla netta riduzione del dolore e della rigidità muscolare segmentaria, ed alla riduzione delle alterazioni tissutali correlate (SCPM). Inoltre si instaura una riprogrammazione posturale del rachide che proseguirà nei trattamenti manipolativi successivi con un risultato terapeutico duraturo.

Da tutto ciò consegue che un trattamento manipolativo ben condotto non può non essere preceduto da esame semeiologico attentamente condotto, che conferisce un ‘accurata diagnosi medica, consentendo d’individuare le indicazione e le controindicazioni del gesto manipolativo da (eventualmente) somministrare da parte dello stesso medico che pone la diagnosi. Al giorno d’oggi, ed alla luce di quanto su-esposto, non è più giustificabile demandare l’esecuzione del trattamento manipolativo del dolore a personale non medico, in quanto non può porre la diagnosi imprescindibile.

Inoltre la manipolazione non ha ragione di essere una monoterapia; può e deve essere invece considerata quale è: un’arma formidabile di diagnosi e terapia del dolore nelle mani di medici esperti che la integrano (con pari dignità) alle altre armi che la medicina mette a loro disposizione.

MARCO CAPPUGI

Medicina Ortopedica Manuale

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